il nuovo cuore

Verbali di un consiglio d'istituto

Liceo P*, consiglio di istituto del 23 ottobre 19…
Apre la riunione il Preside, professor Pautasso, che invita i sigg. insegnanti a designare un alunno quale rappresentante dell’istituto al III° Criterium nazionale dell’istruzione superiore, raccomanda una scelta oculata che faccia ben figurare la scuola.
Prende la parola l’insegnante di scienze, signora Mazza-Curiali, che segnala all’attenzione dei colleghi un’alunna del proprio corso, la signorina Rita Levi, il cui curriculum scolastico è assai lusinghiero, segnatamente per le materie scientifiche.
Il professore di latino e greco, professor Tiraboschi, obbietta che gli pare un’enormità il fatto che un istituto di cotanti allievi debba farsi rappresentare da una femmina e invita i colleghi ad individuare per tale ruolo un maschio. Cita quindi rapidamente il mito di Teseo (in greco) e la lotta tra Orazi e Curiazi (in latino), per dimostrare al consesso quanto sia d’antica tradizione la designazione di un maschio per le funzioni di rappresentanza; cita ancora (in italiano) il numero degli iscritti dei due sessi per dimostrare come qualmente questa sia anche la scelta più democratica.
(La riunione viene sospesa per qualche minuto perché l’insegnante di matematica, signorina Bussi, avvampa ed è colta da crisi di tosse isterica ogniqualvolta il professor Tiraboschi pronuncia – con malcelata enfasi – la parola maschio.)
Alla ripresa prende la parola l’insegnante di lingua e letteratura francese, professor Audisio, che propone ai colleghi il nome del proprio alunno Marcel Proust, ragazzo straordinariamente dotato nelle lettere, che certamente eccellerebbe nel componimento scritto previsto dal certamen.
A tale proposta si oppone con irruenza il professore di ginnastica, capitano Brevetti, che chiede, a nome di tutti, se il collega Audisio sia l’unico tra i presenti a non essersi accorto delle sfacciate tendenze alla pederastia del Proust, o se, viceversa, se ne sia accorto fin troppo bene.
(A questa affermazione del capitano, il professor Audisio balza in piedi e rivolgendosi al Preside, professor Pautasso, dichiara di inoltrare vibrata protesta per la inaudita, offensiva, immeritata allusione. Vorrebbe aggiungere ancora qualcosa, ma la voce gli si strozza in gola, pare sulle soglie di un’apoplessia, infine scoppia in un pianto a dirotto. Il Preside lo esorta ad esser uomo.)
Superato l’incidente, l’insegnante di Religione, don Marullo, fa rispettosamente osservare ai colleghi come i due alunni proposti non siano, del tutto o in parte, eredi di quella tradizione cattolica di cui, pure, il liceo si fa vanto. Auspica che si possa individuare un rappresentante più consono alla natura fervidamente cristiana della maggior parte degli alunni e degli insegnanti della scuola.
Alle toccanti parole del pio sacerdote fece eco la virile indignazione dell’impavido soldato: il capitano Brevetti dichiara infatti, solennemente, che presenterà le sue irrevocabili dimissioni ove si perseverasse nello sciagurato proposito di farsi rappresentare da un circonciso o assimilato.
(Alla parola circonciso, la signorina Bussi – avendo fatto mente locale – è colta da deliquio e la riunione viene quindi nuovamente sospesa.)
Debitamente soccorsa la reattiva signorina, la riunione può riprendere e prende la parola la professoressa Mauri-Villano, insegnante di lettere italiane, la quale propone, quale degnissimo rappresentante dell’istituto, il proprio allievo Guido Gozzano, animo poetico, ma virile, e in sovrappiù devotissimo al culto di San Francesco.
La maggioranza dei colleghi sembra prendere in considerazione quest’ultima proposta, ma nuovamente vi si oppone l’ormai surriscaldato capitano Brevetti , il quale, senza neppur richiedere la parola, si leva ad affermare con veemenza essere, detto Gozzano, null’altro che un tisichello rinsecchito (testuale) buono pel sanatorio e un rachitico e mezzo gobbo (testuale) inabile a servir la Patria, storta gramigna (testuale) cresciuta inopinatamente tra le diritte spighe di una gagliarda gioventù e che pertanto gli pareva fantasia amena la proposta di eleggerne a immagine una cotal mezza-sega (testuale).
(Probabilmente quest’ultimo termine, attinto dalla familiarità con le caserme, causò l’ultimo e più penoso incidente. La signorina Bussi fu infatti colta da spaventose convulsioni che causarono turbamento e disordine. Intervenne allora con tutta la sua autorità il Preside, professor Pautasso, a riportar la calma e a riprendere severamente il Brevetti che si proponeva di mettere in atto la manovra di Charcot).
Essendosi prolungata la riunione oltre il previsto, il Preside, professor Pautasso, proponeva di estrarre a sorte un nome scelto nell’elenco degli alunni – maschi, cattolici, eterosessuali e abili alla leva – dell’ultimo anno.
Approvata a maggioranza la proposta, si procedeva all’estrazione che designava, quale alfiere della scuola, l’alunno Guglielmo Giannini, della V^B.
La signora Mazza-Curiali, polemicamente, richiedeva fosse messo a verbale il proprio diniego rispetto alla scelta di un metodo che non poteva avere altro risultato se non l’elezione di un uomo qualunque.
Il Preside, professor Pautasso, esigeva a sua volta che fosse messa a verbale, a mo’ di chiosa, questa sua dotta citazione: in medio stat virtus.
Il verbalizzante


Liceo P* , consiglio di istituto del 23 ottobre 20…
Apre la riunione il Dirigente scolastico, che invita gli insegnanti a scegliere un rappresentante degli studenti per il CIII° Criterium nazionale dell’istruzione superiore, raccomanda una scelta oculata che possa dare visibilità alla scuola.
Prende la parola la prof. Bussi (matematica) che segnala lo studente Albert Einstein, a suo dire molto dotato nelle materie scientifiche e con ottime intuizioni in fisica.
Il prof Tiraboschi (latino e greco), obbietta che gli sembra banale e decisamente contrario allo spirito dei tempi fissare come criterio di scelta il profitto scolastico. Aggiunge che la scelta di un giovanotto gli sembra anche politicamente scorretta. Suggerisce di scegliere una ragazza, e cita (con notevole precisione)i dati di ascolto di Amici di Maria Defilippi e del Grande Fratello che dimostrano la maggior capacità femminile di porsi come personaggio e di bucare l’immagine. Corrobora la sua proposta riferendo (con molta approssimazione) di direttive in tal senso dell’ONU, del Consiglio d’Europa e della Comunità di Sant’Egidio. Propone quindi come candidata la Deborah della 5^ H .
L'insegnante di L1, prof. Villano, a questo proposito, osserva che le prove scritte di detta Deborah sono un drammatico documento di analfabetismo di ritorno, ma di non aver dubbi che il collega Tiraboschi abbia avuto modo di verificare migliori competenze orali.
(Nel battibecco che segue, la prof. Villano esplicita meglio il suo pensiero, ma il Dirigente ritiene di dover espungere dal verbale tali precisazioni, in quanto lesive della privacy del prof. Tiriaboschi e di detta Deborah).
Prende quindi la parola il prof Audisio (L2) che visibilmente commosso esorta i colleghi a prendere una posizione coraggiosa contro l’odiosa discriminazione che ancora è riservata a chi diverge dagli orientamenti sessuali convenzionali. Propone quindi di eleggere come rappresentante della scuola lo studente Peppe S. (5^F).
Il prof Brevetti (ed. fisica) dichiara che pur avendo la massima simpatia per Peppe, trova imbarazzante il fatto che il ragazzo, vivendo more uxorio con il custode Gaetano, si prostituisca nottetempo proprio nei locali della scuola. Aggiunge che trova comunque nobile il fatto che certi colleghi non si siano fatti ghermire dal demone della gelosia.
(La riunione viene nuovamente sospesa per medicare il prof. Brevetti, graffiato selvaggiamente dal collega Audisio. Il Dirigente richiama Audisio a un comportamento meno felino.)
Alla ripresa, don Marullo (IRC) chiede sia messa a verbale la seguente frase: Beato chi diverso, essendo egli diverso, ma guai a chi è diverso, essendo egli normale (approvato a maggioranza) e auspica l’unità di tutte le forze democratiche e antifasciste.
La prof. Villano chiede che venga presa in considerazione la possibilità di designare a rappresentare la scuola, Mohammed (non è in grado di pronunciare il cognome), un alunno di 3^ N, che, in quanto extracomunitario, e per di più clandestino, darebbe alla scuola una sicura possibilità di fare notizia.
Il prof. Beretti osserva che quest’ultima affermazione è certamente vera, soprattutto avendo l’accortezza di informare la stampa che trattasi dello stesso Mohammed più volte denunciato a piede libero per spaccio di sostanze stupefacenti all’interno del liceo.
(Seguono voci sovrapposte e concitate la cui verbalizzazione è impossibile, se non a brandelli. Si distingue chiaramente la voce del prof. Marullo che canta: Cosa faremo delle camicie nere? Un sol fascio e poi le brucerem! e quindi auspica l’unità di tutte le forze democratiche e antifasciste. Si evince che la prof. Bussi, in segno di protesta, non intende più dare qualcosa al prof Brevetti. Dall'interiezione, schifosa lesbica, si evince che la Villani discute di didattica della poesia greca, con la collega Bussi, che non sembra apprezzare.)
Il Dirigente scolastica, minacciato il ricorso al 113, riporta la calma e la riunione può proseguire in forma meno concitata.
La prof Mazza (scienze) apprezza le buone idee dei colleghi e ne propone una sintesi, il candidato ideale deve essere femmina, omosessuale, di origine straniera e naturalmente, a maggior prova della capacità d'integrazione della scuola, differentemente abile.
Il prof Brevetti, con ottuso sarcasmo reazionario, propone di verificare se una mummia del museo egizio corrisponda all'identikit.
(La riunione è sospesa a lungo per una serie di incidenti. Don Marullo scaglia una rudimentale e inefficace bottiglia molotov, ricavata da un calamaio di pregio, al prof Beretti e quindi sprofonda in coma etilico prima di poter auspicare l’unità di tutte le forze democratiche e antifasciste. Il prof Audisio, attirata con mille mossettine l’attenzione di un muratore albanese, che lavora a torso nudo su un tetto di fronte, cerca di evadere dalla finestra, restando bloccato su un cornicione. Le proff. Bussi e Villani si riappacificano e si chiudono nella stessa toilette. Il prof. Beretti si rolla uno spinello.)
Essendo quasi esaurito il tempo a disposizione, e non essendo previsto nessun pagamento di straordinario, il Dirigente formula la seguente proposta:
  1. viene dichiarata inammissibile la candidatura di Albert Einstein, privo dei requisiti richiesti;
  2. si propone una consultazione democratica su una rosa di candidati (Deborah, Peppe S, Mohammed X, la mummia del museo egizio);
  3. potranno esprimere, con voto consultivo, la loro preferenza, gli studenti, i genitori, gli insegnanti, il personale ausiliario;
  4. potranno esprimere un loro parere vincolante, i sindacati confederali, il consiglio di quartiere il Centro Sociale Autogestito Charles Manson, Massimo Cacciari.
La mozione è approvata a grande maggioranza, astenuti: 2 (Audisio non può alzare la mano, senza precipitare; don Marullo russa) contrari: 1 (Brevetti).
Il Dirigente scolastico chiede che venga verbalizzata, come conclusione, questa citazione: chi ha avuto, ha avuto, chi ha dato, ha dato.
Il verbalizzante